Fitoterapia Cinese

La Fitoterapia Cinese

Non esiste motivo di credere che l’impiego delle piante medicinali si sia sviluppato in Cina più precocemente che in altre parti del mondo. Per quanto riguarda poi la raccolta delle conoscenze fitoterapiche in forma scritta, mentre disponiamo di papiri egiziani e tavolette mesopotamiche risalenti alla seconda metà del II millennio a. C., il più antico testo cinese pervenutoci che tratti di farmacologia, lo Shen Nong Ben Cao Jing, risale al II secolo a. C..

Se aggiungiamo poi che nel repertorio farmacologico cinese non esistono sostanze o ricette di per sé miracolose, che cosa rende dunque la fitoterapia cinese degna di essere studiata, praticata e diffusa anche nel mondo occidentale, ai nostri giorni?

Essenzialmente per i seguenti motivi:

  • Fra le culture mediche tradizionali e non, la medicina cinese, e con essa la sua farmacologia, ha condotto la più vasta, approfondita e duratura sperimentazione clinica in campo umano a nostra disposizione.
  • L’efficacia dei rimedi e delle ricette tradizionali cinesi è stata in larghissima parte confermate dalla moderna sperimentazione clinica.
  • A fronte delle poche centinaia di droghe delle fitoterapie occidentali, quella cinese contiene informazioni dettagliate circa l’utilizzo di oltre settemila sostanze.
  • A fianco di tale larghezza di rimedi a disposizione, una delle principali ricchezze della farmacologia cinese classica e moderna risiede nella capacità di associazione dei rimedi, tesa alla ricerca di sinergismi tra le droghe ed i loro principi attivi, con una pluralità di azione a livello dei molteplici equilibri dell’organismo sano o malato.
  • Infine, l’aspetto forse più importante: la fitoterapia cinese è profondamente permeata dal pensiero medico orientale, che pone al centro della propria attenzione lo stato di salute e non la malattia, il mantenimento della fisiologica attività dell’organismo prima ancora che la lotta all’evento patologico. Questa impostazione riveste un’indubbia utilità nella lotta alle malattie degenerative, che sempre più vanno diffondendosi dato l’invecchiamento della popolazione occidentale.

Il campo di applicazione spazia dalla semplice erboristeria, quindi una pratica salutare, ad una terapia vera e propria, concepita ed utilizzata per patologie anche gravi ed invalidanti.

Per quel che riguarda gli impieghi salutari, l’erboristeria cinese è tradizionalmente considerata una forma di alimentazione concentrata, tanto che le erbe sono classificate come i cibi: natura (riscaldante / raffreddante), sapore (dolce, piccante, salato, acido, amaro) e movimenti indotti (ad esempio, purganti e diuretici indirizzano l’energia verso il basso, sostanze piccanti muovono l’energia verso l’alto e l’esterno, ecc.). Queste sostanze si prestano all’autoprescrizione e possono essere assunte per lunghi periodi, per sostenere le capacità fisiologiche dell’organismo.

In funzione delle sostanze impiegate e del loro dosaggio, le erbe cinesi possono invece indurre veri e propri effetti farmacologici. In questo caso sarà richiesto l’intervento di un medico, che elaborerà una ricetta magistrale, in genere costituita da vari componenti, individualizzata per ogni paziente.

Per quanto riguarda l’impiego erboristico/salutare, i Ministeri della Salute belga, francese ed italiano hanno redatto una lista classificativa, denominata BELFRIT, contenente circa 130 sostanze il cui impiego è consentito negli integratori alimentari, con indicazioni codificate ed alcune (poche) cautele di utilizzo. Questi integratori sono di libera vendita (farmacie, erboristerie, ecc.). Nella lista troviamo rimedi conosciuti come il ginseng, l’astragalo, le bacche di goji, l’angelica e molte altre ancora. I prodotti pronti (preconfezionati) possono contenere unicamente sostanze repertoriate in questa lista e debbono essere preventivamente notificati al Ministero.

Per l’impiego terapeutico, invece, il medico potrà contare su un numero maggiore di sostanze (circa 200), grazie all’inclusione di rimedi catalogati in altri Paesi EU. Ribadiamo che la prescrizione dovrà essere effettuata mediante ricetta medica magistrale, approntata da una farmacia.

Una raccomandazione: non è vero che tutto ciò che è naturale o fa bene, o, comunque, non fa male. Ciò che è adatto ad un individuo è inefficace in un altro, addirittura controindicato in un altro ancora. Anche il diffusissimo ginseng fa bene a molti, ma non a tutti. In genere i medici agopuntori (non tutti, ma molti) hanno le conoscenze necessarie per consigliarvi. Chiedete loro.

Il Centro Studi So Wen ha introdotto la studio della Fitoterapia Cinese nel 1988 e ha contribuito alla nascita dell’AFAC (Associazione Farmacoterapia Cinese), che fin dal 1992 ha redatto una lista per la classificazione e l’utilizzo dei rimedi fitoterapici orientali. Da allora, la fitoterapia cinese è insegnata nei corsi del Centro Studi e praticata nel Centro Medico So Wen.

Dr. Roberto Gatto

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Ambulatorio So Wen
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